La Giuntina pubblica il racconto “Moshkele il ladro” di Sholem Aleichem. Fu scrittore in yiddish amatissimo. Nato in Ucraina, visse gli ultimi anni a New York. Nel 1916 il suo funerale fu seguito da centocinquantamila persone.
Ho letto i suoi racconti in lingua originale e posso dire che questa traduzione di traduzione (da yiddish in inglese e da inglese in italiano) riesce a mantenere la freschezza di stile di Sholem Aleichem.
Ci sono scrittori che vogliono bene ai loro lettori e s’impegnano a valere il tempo da loro dedicato alla lettura.
Hanno un umorismo affettuoso, prendono un po’ in giro se stessi e i personaggi che raccontano.
Vengono da posti dove le persone si conoscono per nome e soprannome, invece che per cognome.
Il ladro della storia non gira per appartamenti di notte, ma per stalle. Ruba cavalli, indispensabile mezzo di trasporto del suo tempo.
Non si arricchisce, si arrangia proseguendo nell’occupazione di suo padre.
Leggo volentieri storie di luoghi e di epoche lontane. Incontro così un’umanità schietta, avventurosa, impulsiva e balorda, che ritrovo sotto pelle a quella attuale.
Di Giuntina, stessa collana “Le perline”, ho letto da poco, poco a poco, il tuo “Cercatori d’acqua”: porta aperta alla meditazione.
Dall’altro piatto della bilancia ti giunga il mio Grazie Erri.
Di Giuntina, stessa collana “Le perline”, ho letto da poco, poco a poco, il tuo “Cercatori d’acqua” : porta aperta alla meditazione.
Dall’altro piatto della bilancia ti giunga il mio Grazie Erri !