Il filosofo Schopenauer tra le molte negazioni di senso e di valore include la Storia.
“Creare un’interpretazione di fatti storici è come cercare nelle nuvole gruppi di animali e di persone”.
Come lettore la Storia è per me un ramo della letteratura. Non mi sorprende che Winston Churchill ricevette il Nobel letterario per le sue biografie di personaggi storici.
La Storia è un genere letterario come lo è il poliziesco.
Tucidide, Senofonte, Tito Livio, Plutarco sono prima di tutto scrittori di narrativa.
A scuola si studiavano le dinastie regnanti che si scalzavano a vicenda rimestando guerre su guerre come acqua in un mortaio.
L’età adulta e il 1900 mi hanno fornito l’opportuno rovesciamento di prospettiva: la storia si scrive con la minuscola ed è costituita dalla vita dei singoli individui. I suoi avvenimenti succedono nelle strade, nelle case, nelle prigioni, nelle diaspore delle emigrazioni.
Mentre le spicciole cronache dei governi, dei parlamenti sono solo l’ultimo cerchio di un sasso gettato nello stagno.
Vista così la storia, il compito è di narrarla, non di spiegarla, di inventarle un senso.
Concludo questa pagina di lettore con la convinzione che la migliore narrativa storica è stata ed è svolta dal cinema, arte che ingrandisce i dettagli delle vite personali.