Yentl è una storia scritta da I.B. Singer. Fu un grande successo sullo schermo di Barbra Streisand che lo diresse, l’interpretò, ne firmò la sceneggiatura e ne cantò le canzoni.
L’autore del libro fu molto dispiaciuto della versione film e ne scrisse apertamente contro.
Cito questo celebre dissidio per adattarlo su piccola scala al mio caso, perchè ho ceduto i diritti audiovisivi di alcuni miei titoli.
Il verbo è giusto: cedere, non concedere. La cessione è definitiva, restando proprietario dei diritti editoriali.
Così la storia scritta per essere letta, diventa tutt’un altro prodotto, non più mio.
Ho fatto la marmellata, l’ho venduta a un pasticciere che l’userà per una torta farcita con molti altri ingredienti, leggibili nei titoli di coda.
Potrà non piacermi all’assaggio, ma non mi sento in diritto di criticarla.
Non interferisco con chi vuole portare sullo schermo o in teatro le mie storie, perché cambiano di natura e di uso.
Di fronte alle loro rappresentazioni sono tutt’al più uno spettatore.
” Ecrire est un acte d’ amour. S’ il ne l’est pas il n’est qu’ écriture.”
Jean Cocteau
E chi può dire con assoluta certezza che non sia stato il libro ad arrogarsi il diritto di veicolarsi attraverso quell’autore, invece di un altro; che infondo non sia il libro lo spettatore e l’autore il canovaccio di umori e sentimenti che filtrano l’immagine per ottenerne il senso in parola? Chi sa dire cosa accadrebbe alle immagini, dove andrebbero, in cosa si trasformerebbero, se fossero lasciate libere di uscire dal libro? Quello che manca all’ “autore”, “…di tutto ghiotto ed ogni cosa privo” , è il coraggio di lasciarle andare per scoprirlo.