Un centinaio di anni fa Isaac Babel nativo di Odessa, scriveva del sole che doveva penetrare da sud nella letteratura russa e dissipare le nebbie di Pietroburgo. “E penso: scenderanno i Russi al sud, al mare e al sole”. Odessa è una città Ucraina sul Mar Nero e Isaac Babel è tra i moventi che mi hanno spinto a sbirciare nella lingua russa. La sua “Armata a cavallo “ e i “Racconti di Odessa” sono tra le migliori pagine arrivate fino a me. Isaac Babel fu fucilato il 27 gennaio 1940 dopo una sommaria procedura che l’accusava di trotzkismo. Si ignora la sua sepoltura.
A leggere della sua Odessa ho ritrovato Napoli, con forza di rammarico perché Napoli non ha avuto un Babel. Non ho nostalgie geografiche, non ho desiderato visitare la moderna Odessa. Mi basta quella di Babel. Insieme e grazie a lui ho abitato da lettore il povero quartiere della Moldovanka, abitato, come i quartieri spagnoli di Napoli, da residenti plurisecolari.
Sullo schermo appare il lungomare di Odessa con l’orizzonte di navi da guerra allineate in posizione di tiro. La scalinata filmata da Eizenstein, lungo la quale rotolava la carrozzina, è coperta di sacchi di sabbia. “Scenderanno i Russi al sud“ ma stavolta non per il mare e il sole. Scendono per uccidere e morire a Odessa. Ogni guerra è intimamente fratricida, ma questa lo è di più. Arrivederci Odessa, do svidania.
Speriamo che il sole di Odessa, come quello di Napoli, apra il cuore e le menti di tutti! Grazie Erri – gigi richetto
Un saluto prof Richetto dì cui conservo imperitura stima.
Si grazie. in questi giorni ho ripreso in mano il libro I racconti di Odessa che amo tanto. Non li ho riletti. Li ho dentro. Così come amo i russi e saluto anche Bulgakov e tutti. Sto leggendo invece Mattatoio 5. Mi da il senso vero della guerra.