La guerra per me è parola bandita dalla Costituzione italiana e poi dall’Unione Europea. Però è stata ugualmente praticata da spedizioni di militari italiani in aree di conflitto, tollerata durante gli anni della disgregazione armata della ex Jugoslavia, praticata dai bombardamenti sulla Serbia nell’ultimo anno del 1900. La messa al bando della parola guerra in Europa ha permesso tregue prolungate, non di più. La più grande spesa corrente del bilancio italiano resta quella militare.
Oggi la parola guerra coincide con un’invasione. L’invasione di una nazione europea da parte di un’altra nazione europea riporta indietro al 1900, secolo delle invasioni. Il suono della sirena dell’allarme aereo, la corsa nei rifugi, la messa sotto assedio di città sono rime baciate col secolo ventesimo. Kiev corrisponde a Sarajevo di trent’anni fa. Ero in quella città coi convogli di aiuti. Ho partecipato al soccorso alimentare nei campi profughi. Oltre all’appoggio materiale serviva a quelle persone accampate il conforto di non sentirsi abbandonate. I nostri arrivi in quei campi erano occasione di abbracci, di strette di mano, di festa per i bambini che ricevevano anche quaderni e matite colorate. Riferisco queste piccole cose perché immenso è il bisogno di calore umano in una guerra. Perciò mi riguardano poco le misure di boicottaggio economico dell’invasore e molto m’importa che le frontiere dei paesi confinanti sono adesso spalancate e si garantisce ospitalità incondizionata sulla più vasta scala. Questo dimostra che l’Europa esiste. Confortano anche le coraggiose proteste nelle città della Russia contro l’invasione. A me che amo la lingua russa e i suoi poeti, fa male sentirla usata per giustificare il fratricidio.
Da quando questa pagina di storia si è svelata a noi gente comune cerco disperatamente le ragioni…come mai? Perché l’ orrore si ripete? sfoglio pagine e consulto libri e scavo…tutto era già scritto…era già stato detto. Eppure accade di nuovo. Non mi do pace…cerco una via d’uscita,una possibile soluzione. La conclusione a cui giungo con rammarico mi riporta ad una sola considerazione. Credo che tutto ciò accada perché le voci delle donne non sono state ascoltate! E quando penso ai “tavoli delle trattative ” e noto che intorno ci sono solo uomini tremo…tremo dalla paura…m.m
Grazie per l’esempio e le parole, pace è prima di tutto mantenere al posto giusto il cuore.
Quanto dolore da rendersi conto ancora che l’umanità non riesce a superare il disastro delle guerre