31 dicembre, venerdì, si guasta la pompa dell’acqua, non si potrà riparare prima di lunedì 3 gennaio. Così torno agli inizi della casa che abito, usando la piovana, raccolta dalla grondaia del tetto, portandola coi secchi. Tre ne bastano per una giornata.
Non mi dispiace tornare all’antica e intanto ricordare che le generazioni precedenti sono andate ai pozzi, alle fontane. Le donne portavano i panni al lavatoio, erano lavandaie, mani a mollo in acqua fredda, braccia a torcere lenzuola.
Nel villaggio africano di mezza vita fa, le donne andavano lontana a caricarla, trasportandola dritta sulla testa e non traboccava goccia.
Un guasto riporta pensieri di altri tempi, i gesti ricalcano usanze di risparmio.
Mentre taglio legna con la sega mi sbuccio il dorso della mano. Non lavo, lascio seccare continuando a segare. A sera una macchia di sangue sulla sinistra mi ricorda la tradizione di portare addosso qualcosa di rosso per l’ultimo giorno dell’anno.
Ma prima, sul campo, un tiepido tramonto da primavera in fiore aveva già sparso il colore propizio. Ronzava pure un calabrone.
In questo giorno ripenso a mia madre che ha abitato con me in questa casa rustica, col tetto che perdeva e dove non si sente neanche un petardo lontano a capodanno. Lei che a Napoli vedeva la città friggere tutta insieme di artiglierie domestiche, di bengala accesi a ogni balcone. 2022, numero pieno di due, anno per stare in coppia.
Buon anno Poeta, il 2022 anno per stare in coppia, che t’aggia ricere? Vale più questa di tanti auguri riciclati o con ‘inviato molte volte’ su wzp di cui non sappiamo cosa farcene. Sai che penso? Tu il 31/12 sei rimasto senz’acqua e hai risolto con la pioggia. Io il primo dell’anno ho avuto la benedizione di una bella macchia sul soffitto, una perdita d’acqua dal vicino soprastante 😀 , e addio al bianco che avevamo dato nel cucinino! Potevamo collaborare: io ti davo l’acqua in eccesso e tu mi davi il secco dei rubinetti. Ma sì, a fine anno succede sempre qualcosa. Capodanno è una festa da eliminare. Se non fosse per i bambini e per la bellezza di certe luci che illuminano la notte, per me è solo un rosario di nomi che al tavolo non ci sono. Io li chiamo lo stesso a tavola, come a Natale, so che da qualche parte rispondono. Più del due di Novembre, Capodanno getta un ponte tra noi e loro per trovarsi a metà un solo istante, s’infila allora una luce tra quei bengala che solo gli interessati sentono come cosa esclusiva. So che ci credi come me, l’hai scritto in un racconto speciale, e so che è così perché li avverto. Ti abbraccio tanto tesò, e stai attento con gli attrezzi! PS: mi è mancato il baccano della tua Napoli quest’anno… quant’è bella <3 in mezzo ai suoi botti!!! kisses il tuo tappino
Grazie caro Erri. Un guasto tecnico basta a re-inquadrare le nostre sicurezze.
mi associo al ,Grazie e nulla più
Sento tutto. Ringrazio per quel tutto che mi sai esprimere. Io ti leggo e mi sento. Ciao cristina
Erri grandioso
carissimo Erri buon anno pieno del due che come dici tu, è il contrario di uno
Un grazie anche da parte mia. E’ sempre benefico leggerti.
Grazie e nient’altro.