Un anno prima di essere ammazzato, Cicerone a 63 anni scrive il “De senectute”, circa la vecchiaia. È in forma di dialoghi, al cui centro c’è Catone il censore, vissuto un secolo prima. È una confutazione della decadenza fisica e mentale, ma evitando di “naturae repugnare”, opporsi alla natura. Leggo i dialoghi in occasione del mio settantesimo anniversario.
In questi mesi di isolamento ho usato lo spazio del campo intorno casa per camminarci in lungo e in largo, per due ore al giorno. A questo ho aggiunto alcuni esercizi quotidiani utili alle scalate. Mi sono trovato a svolgere una più intensa attività fisica con il risultato di una migliore efficienza, non di un’aggravata stanchezza. È una strana macchina il corpo, vuole essere sollecitato, anziché risparmiato. Più è impegnato e più rinnova le energie. Insomma ha bisogno di accurata manutenzione, mentre si inoltra nel tempo sconosciuto delle età.
Ho ricordato compagni del lavoro operaio che raggiunta la desiderata pensione si ammalavano e morivano nel giro di poco tempo. Non era malasorte, ma l’interruzione di un intenso regime fisico durato decenni, che non si adattava all’inerzia improvvisa.
La vecchiaia è una mutazione generale, dai capelli alle unghie dei piedi, un rinnovo, più che una decadenza obbligatoria. A proposito delle unghie dei piedi: una spia dell’efficienza è la capacità di tagliarsele da soli. Il recente sterminio di anziani negli ospizi, definiti con delicatezza “residenze”, impone allenamenti e pratiche virtuose per ridurre al minimo i casi di internamento.
Rispetto alle generazioni precedenti si sta in uno sconosciuto prolungamento degli anni di vita, in un’anzianità sperimentale. Si tentano nuovi comportamenti e si rivolge un’attenzione critica ai segnali del proprio corpo. I mesi recenti di nuove abitudini all’esercizio fisico mi hanno inaugurato un tempo di esplorazione.
Sono nato nelle ultime ore del segno del Toro. Un’espressione comune afferma di prendere il toro per le corna. Dal punto di vista zodiacale l’ho preso per la coda. In questo atto di nascita c’era già uno spirito di contraddizione, una variante.
In uno dei primi film di Chaplin, “One night out”, c’è la solita scena dell’ubriaco trascinato via dall’energumeno. Ma lui, li mio genio preferito del cinema, introduce questa mossa imprevista: mentre sbanda, arranca, inciampa, afferra al volo una margherita e l’annusa. È il piccolo tocco di grazia che salva dal degrado e nella comica insinua la commozione. In questo Chaplin è irripetibile.
Se la vecchiaia è un’ubriacatura che trascina via, deve comportare simili mosse di contrasto e di redenzione.
Caro Erri de Luca, scrittore e poeta, vorrei raccontarti una storia, vera, avro’ avuto circa 5 anni ero uscita dal cinema Appio con mia nonna, avevamo visto , forse ombre rosse, mentre aspettavamo che mio padre ci venisse a prendere dissi ” io da grande l’attrice non la voglio fare ” mia nonna chiese il perche’ , io risposi che morivano gli attori e lei ridendo mi rispose che era per finta- Era la prima volta che parlavo di morte e chiesi ” nonna tu morirai e lei rispose si ed anche mamma e papa’ e la risposta fu si ed allora ecco la fatidica domanda ed io ? Mia nonna che era donna intelligente e che mi considerava capace di capire mi rispose si poi aggiunse ma avoja, nel senso che quel giorno è lontano- Non dimentichero’ mai quel giorno e proprio da li inizio’ la mia collezione di giorni che volevo ricordare, cosi’ ho accantonato momenti di gioia pensando mentre per esempio correvo per allenarmi alla corsa , che fortuna che ho posso correre e frequentare la scuola- Ma nel mio cassetto mentale dei ricordi ci sono anche giorni brutti , ricordo esattamente dove ero il12 dicembre 1969 oppure quanto fu assassinato Falcone , i funerali di Togliatti con papa’e la schiena di mio padre dopo essere stato pestato dai fascisti mentre due poliziotti lo tenevano , avevo 3 anni- Cosa c’entra tutto questo con la vecchiaia , per me c’entra e come , come se dice a Roma , perche’ in questo periodo della vita tutto sembra prendere un senso è come ritrovare la strada , i ricordi sono come le molliche di pollicino nel bosco- Questo periodo della vita è un periodo che ti costringe a fare delle scelte, io per esempio mi pongo il problema che tipo di anziana voglio essere ? di quelli che rompono con ai miei tempi ? decisamente no- vorrei trasmettere quello che ho capito e che so, non è molto ma in alcuni casi potrebbe fare la differenza- di una cosa vado orgogliosa , del fatto che non ho tradito gli ardori della gioventu’, ancora mi indigno e mi arrabbio dinanzi alle ingiustizie e mi commuovo quando una delle mie figlie è solidale con chi sta peggio di lei- un frate amico mio un giorno mi ha detto, mi ero lamentata che un democristianaccio mi aveva detto, sono contento perche’ quelli come te hanno perso, lui il monaco mi ha detto : chi ha ideali come noi non perde mai, gli ideali ci saranno per sempre- Ecco come vorrei affrontare gli ultimi anni di vita : leggendo , chiacchierando con i miei giovani amici, seguitare a fare la madre premurosa delle mie due figlie, cucinando per le persone che amo, seguitare a discutere e amare il mio compagno e perche’ no ricordando e fare delle cose nei confronti dei piu’ giovani in modo di farmi portare nel loro futuro come io ho portato tanti compagni di strada con me -un caro saluto e un abbraccio fraterno come si diceva ai nostri tempi –
Subito cercare una margherita o un gelso…
“Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo.” (Umberto Eco)
… Fino a quando il padre non ti riconosce più e allora è possibile reggere al meglio qualsiasi impalcatura, etica, morale, soprattutto se eri il suo custode e, ad un tratto, di chiunque.
Questi tuoi pensieri li faccio miei e ti abbraccio con gratitudine
Caro Poeta,
Quanto si vede che sei un maschio 😀 . La tua descrizione della vecchiaia accoglie tutte le tue mosse di uomo, che marcano sulla forza, l’efficienza sull’aspetto generico che cambia e non dà pena fintantoché ci si può spostare e (immagino) non rendersi ridicoli come un ubriaco che non fa l’attore. Il tempo non può essere amico se, prendendosi le nostre forme ci rende inabili ai movimenti quotidiani… come una sbronza perenne. Se fossi stato una donna il commento sarebbe stato TOTALMENTE diverso. Le donne misurano il tempo in pochi modi, ma pratici: il ciclo mestruale che sparisce, la capacità o meno di sollevare i piccoli, vestiti inutilizzabili e la bellezza che si trasforma… e sull’ultima nessuna di noi ha requie. C’è poi un aspetto che altalena a seconda della nostra esperienza: cucinare. Ovvero: ? potersi ancora destreggiare per dare da mangiare a quanti “ Quant ne simm?…5? 7? 10? Quanti sono sono ‘aggia preparà, aggia fa ‘o mangià luateve a miez a cucina!” . La bellezza è il nostro cruccio e più aumenta l’età più il tema diventa ‘sensibile’. Se poi qualcuna non riesce più a farsi i capelli e le unghie a casa, tranquillo: i soldini per queste cose devono uscire, per forza. Tu hai visto colleghi operai morire per mancanza di tensione muscolare all’indomani della pensione… io ho visto donne di 90 anni non uscire di casa se prima non avevano la testa a posto e il rossettino. In fondo l’età è una questione di adattamento ai cambiamenti, e non solo arrivati ai settant’anni. Me ne accorgo anch’io, vicina ai cinquanta, senza guardare foto ingiallite di gioventù, che certi vestiti non è il più il caso che prendano polvere nell’armadio, ed è giusto così. Un bacio al mio poeta giovanotto <3 , nessun meridiano ti cambia ai miei occhi.
Ps: sei fortunato con il segno zodiacale, dici che hai preso il Toro per la coda. Io sono dello scorpione, nascere l’ultimo giorno del segno mi sarebbe stato fatale… grazie a Dio sto esattamente in mezzo al periodo.
Grazie per i meravigliosi scritti.
Tanti auguri per la nuova esplorazione del tempo da vivere,grazie per le emozioni che regali. Anche qui il toro contraddittorio nel momento del compleanno fa doni di parole e pensieri. Ti regalo il mio sorriso.