In una sola tela Caravaggio concentrò le sette opere della misericordia.
A me è capitato di trovarle riunite nel ridotto spazio di una nave. A ogni persona sollevata dalle onde e issata a bordo ho visto offrire cibo, acqua, vestiti, un riparo, un posto per sdraiarsi e stare all’improvviso senza l’agguato della morte addosso. Ho visto curare gli ammalati e visitare i sani, uno per uno.
Erano usciti dalla prigione Libia. La nave era l’amnistia. Per la prima volta sentivano rivolgere loro il titolo di ospiti. Questo non rientra nelle misericordie, ma nelle evidenze. In mare è più chiaro che si è tutti ospiti.
Prima del verbo accogliere, viene il più urgente verbo raccogliere, i vivi e gli annegati.
La nave Prudence di Medici Senza Frontiere ha speso di recente le sue trenta ore di navigazione per dare sepoltura in terra ai corpi di quattro donne e due uomini, pescati in alto mare. È rientrata solo per questo scopo.
Che bisogno c’è? Ci pensa il mare a ricoprire.
Invece no: la nave recupera insieme ai vivi pure i morti. Questa è l’azione più scandalosa per chi desidera che il Mediterraneo sia cane da guardia e fossa comune per i non invitati in casa Europa.
Queste navi (“taxi”, li dice chi disprezza e irride il salvataggio dei sopravvissuti) si permettono di sbarcare a terra pure gli affogati. Per dare loro un nome e un posto, per il congiunto che possa averne cura.
Quest’ultima opera di misericordia fa più stridere i denti ai contabili di voti elettorali immaginari.
Quest’ultima opera di misericordia ci distingue dalle altre creature viventi.
Seppellire i morti rende umana la nostra specie, chi è d’accordo e chi no.
Erri
Sarebbe bello trovarci tutti a Lampedusa
Isola meravigliosa,quest’estate .Io ci andrò,
Credo che un pezzo di futuro lì sia già iniziato
Và sostenuto e incoraggiato.
Lascia che sia fiorito,
Signore, il tuo sentiero…
Dopo l’inferno vissuto nel viaggio precedente, dopo la sosta in purgatorio nell’abbraccio del mare nostrum, una degna sepoltura per intraprendere l’ultimo viaggio, verso il paradiso.
Così Emily
Molta follia è divina saggezza
per occhio che discerna-
molta saggezza_assoluta follia_
ma è la maggioranza
che prevale,anche in questo_
Approva_e sei savio_
dissenti_e sei d’immediato pericolo_
legato alla catena
Canzone per S.,migrante in terraferma,
che ama le parole e il fumo sottile della sigaretta.
Quando ti senti un detrito,non lasciar cader altri sassi sopra te.Apriti un varco
con l’unghia col dito con tutta la forza
che ancora c’è in te
Fallo per amore per follia con l’allegria
un po’ incosciente che spesso ci ha aperto
la mente.Lo so che lo sai,la vita è
brutale crudele ma tu sei pur dentro al vortice folle,diversa e uguale a quelli che già sono stati,a quelli che sono a quelli mai nati.
Lo so che lo sai,la vita è malata di troppa arroganza,di indifferenza per noi che
cerchiamo,per necessità ,un’apertura
sottile di libertà.So anche che sai che
rara ma c’è la mite luce della pietà,in te.
Bello, Eles! Parto dal quadretto di Kafka, uno della sua pinacoteca (leggasi inconscio) personale con cui è solito arredare la gabbia in cui la coscienza si dimena come “nave senza timone, [che] va con il vento che spira nelle regioni più basse della morte”, quando l’oblio cura la malattia di “voler aiutare”.
E finisco con la nave “Amnistia”, sospinta dal vento della misericordia. La ragione della carità è più profonda dell’odio. E non è rintracciabile su scale umane di comparazione.
Mentre guardavo lo stesso quadro la settimana scorsa mi sono chiesta com’è possibile che una testa …calda, come Caravaggio, sia riuscito a dipingere cose come questa. Mi sono data la spiegazione della eccezionalità, esistono esseri talmente pregni di talento che per loro natura non sono stabili, tanta la bellezza da cui sono percorsi. A tal proposito voglio farti una domanda, (perché poi, in mezzo ai flutti delle tue belle parole e a quelli che sorreggono le barche degli immigrati ti capita di non elaborare l’ovvio) : Perché aiutarsi e’ diventato eccezionale? Perché far mille parole in più per esortare la gente alla normalità di un’azione istintiva? Non voglio minimamente assolvere i miei connazionali dall’accusa di egoismo o razzismo, sebbene abbiano delle attenuanti che altri popoli europei non hanno , ma perché c’è così tanta necessità di ricordare chi siamo e i nostri doveri? E’ davvero tutta colpa di una propaganda che spacca l’opinione pubblica pro-voto o ci stiamo inaridendo e basta? Davanti alla catastrofe disumana che si perpetua da anni non c’è un gran movimento di viscere, la sofferenza africana non fa notizia: Rompe i coglioni, e’ del colore sbagliato e fa girare la testa dall’altra parte. E adesso che ci penso forse ti ho appena rivolto la domanda sbagliata, perché l’eccezione c’è, e non sta su una barca di salvataggio, sta a riva nella sterilità di chi guarda da una comoda posizione, a preoccuparsi de: “Oddio altri! E dove cazzo li mettiamo mo’?” L’eccezione siamo noi Erri? Se si, speriamo smetta presto , perché non è parente di quella del Caravaggio. E’ una bruttura popolare contemporanea che non ci salverà (non noi!) dal naufragio di reputazione, manco con un salvagente. Ps: Però…tu continua a parlarne, a smuovere quelle viscere, che qualcosa succederà. Dove non possono gli esempi può il poeta. Tvb
Da rileggere anche il secondo canto dell’Inferno di Dante,il sommo poeta
_-Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser osanza ‘nfamia e sanza lodo_
buona lettura
poi tra di noi camminano ,ignari,ma sono tanti,tanti cacciatori _GRACCO_ nè vivi nè morti .Non hanno colpe,sono semplicemente ignari.Da rileggere con attenzione_Il cacciatore Gracco _di Kafka.Spesso siamo ,senza neppure saperlo,sulla sua barca