Nella generale revisione delle precedenze e dei riconoscimenti, una riguarda i padri. Finora hanno ricevuto una considerazione postuma e favorevole: i padri della patria.
Rispetto a loro, i figli sono di solito inferiori se non pure degeneri.
È in corso un tempo che non conserverà un buon ricordo dei suoi padri. Proseguono a governare il mondo alla cieca insistendo sulla sola manovra che hanno imparato a svolgere: estrarre profitto a oltranza dalla vita esausta del pianeta.
I progressi tecnici e scientifici sono asserviti a quest’unico scopo.
Ho cominciato a credere che la terra sia un organismo con capacità di reazione. Non un caotico accumulo di intossicazioni, invece un sistema integrato con risposte coerenti e articolate. La terra è un immenso essere vivente.
I padri di oggi negano l’evidenza, la riducono a effetti collaterali e hanno il miserabile potere di aggravarli spensieratamente.
Le generazioni successive si dovranno rimboccare le maniche delle camicie e i risvolti dei pantaloni, addosso a loro si rovescerà l’accumulo di valanghe sul pendìo.
Inveiranno perciò contro i padri estinti e snaturati. Dai loro libri di cronache li cancelleranno secondo l’antica usanza della “damnatio memoriae”, la condanna alla cancellatura dei loro nomi dall’albo della specie umana.
Chi di loro oggi presume di tramandarsi ai posteri sappia che chiederanno: “Chi?”
… Alla corte il re è il giullare, il giullare è il re. Il primo è la sua persona ed il suo ruolo, al centro di mezzi matti che lo stanno a guardare. Il secondo è cieco e lontano; vive ai margini di quel mondo che ha buttato dalla finestra gli avanzi del banchetto ed i disavanzi dal balcone per abbassare la pressione… sulla corte e preservarla dalla sazietà. Si veda (o non si veda) pure un margine di guadagno di energia per continuare la farsa delle convenzioni e convinzioni fino a quando sarà possibile una comprensione…
La comprensione del mondo di fuori nel mondo di dentro, con la sua follia. E tornare, inteso nel senso lato di vedere, perché si è re-imparato ad immaginare una “terra come un immenso essere vivente”.