Secondo la normativa europea sull’immigrazione e l’asilo, gli stati membri devono impegnarsi a contrastare l’immigrazione clandestina assicurando il ritorno nel paese di origine degli stranieri in posizione irregolare.
Nei casi in cui non sia possibile concordare un rimpatrio volontario, gli stati membri, come extrema ratio, sono autorizzati a procedere con i rimpatri coatti.
Per fare questo l’Italia ha creato i Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE): strutture istituite nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano per trattenere gli stranieri sottoposti a provvedimenti di espulsione nel caso in cui questa non sia immediatamente eseguibile. I CIE sono altresì utilizzati per procedere all’identificazione degli immigrati privi di documenti d’identità.
La gran parte degli italiani ignora l’esistenza di questi luoghi mentre i pochi che ne hanno sentito parlare pensano si tratti di carceri per stranieri che hanno commesso reati. In realtà gli stranieri bloccati in queste strutture provengono dalle più svariate situazioni. Molti di loro non hanno mai avuto problemi con la legge,sono residenti in Italia da diversi anni, sono ben integrati ed hanno qui amici e famiglie. Molti non hanno più alcun legame con i paesi d’origine e in caso di rimpatrio forzato non saprebbero a chi appoggiarsi.
Limbo racconta questa complessità attraverso il racconto di quattro uomini bloccati nei CIE di Torino, Trapani e Roma e delle loro famiglie che attendono sospese (in un limbo, appunto) di sapere se i propri cari torneranno a casa o saranno mandati via dall’Italia.
Limbo è una storia di attese, rabbia e paura.
Una storia di affetti in bilico tra famiglie e culture diverse.
Una storia in cui i figli sembrano solo poter subire i destini di sofferenza e assenza dei padri e le donne subire il peso di una legge ingiusta e senza cuore.
Il Docufilm è stato realizzato con il contributo della Fondazione Erri De Luca
Trailer
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Spero che questo video possa essere visto da tanti soprattutto da coloro che credono di essere gli unici ad avere diritto ai Diritti, oggi vogliamo credere nei miracoli.