Serata per Giulio Regeni
Sono sul palco non solo per condivisione delle ragioni di giustizia, ma per solido affetto per la famiglia Regeni: Claudio, Paola, Irene.
A che punto sta la verità: ci sono i nomi dei colpevoli, le loro foto, l’indirizzo del loro posto di lavoro, ma non è possibile procedere contro di loro per mancanza di recapito individuale. Ci sono formalità di legge che da incompetente non posso discutere. Da cittadino le considero assurdità.
Il governo egiziano protegge gli esecutori materiali del delitto Regeni approfittando di una nostra norma. In Egitto invece non vale nessun impedimento a procedere contro un cittadino straniero, sequestrarlo in strada, detenerlo senza difesa legale, torturarlo, ucciderlo e gettarlo in un fosso per strada.
Allora: tutta questa battaglia civile, legale, politica è un fallimento? Tutta la nostra pubblica opinione mobilitata da anni è inutile?
Rispondo a questa domanda da scrittore. Cosa fa uno scrittore? Racconta storie entrando nei personaggi, facendoli parlare, agire dal loro interno. Ho pratica di questo genere di immedesimazioni. Stasera 30 luglio 2022 qui presso di voi a Gradisca d’Isonzo propongo il punto di vista di uno dei responsabili dei crimini commessi contro Giulio Regeni.
“ Sono un funzionario pubblico, vado tutti i giorni in ufficio, svolgo il mio servizio, torno a casa. Ogni giorno controllo se qualcuno mi sta pedinando per sapere dove abito.
Il mio indirizzo è segreto ma devo cambiarlo per non dare punti di riferimento circa le mie abitudini.
Dormo spesso in caserme o in centri di polizia.
Non posso andare all’estero.
Ho bisogno di documenti falsi o di prestanome per l’acquisto di un’auto.
Non ho un conto in banca intestato a mio nome.
Il mio governo mi protegge per ragioni di Stato.
Cosa mi garantisce contro un cambio di governo che smetta di proteggermi per altrettante ragioni di Stato?
Qualcuno che mi riconosce per strada può denunciare il mio indirizzo allo Stato Italiano.
Qualcuno mi chiede un favore: come posso sapere se non è un ricatto? Se non glielo faccio, mi tradisce.
La mia faccia pubblicata sui giornali mi costringe a cambiare aspetto. Essere riconosciuto è il peggio della fama che ho raggiunto.
Vivo da clandestino.”
Ripeto la domanda: tutta questa battaglia civile, legale, politica è un fallimento? Tutti gli anni di mobilitazione della pubblica opinione a fianco della famiglia Regeni sono stati inutili?
Per me è evidente il contrario. Tutto questo impegno per la verità e per trasformarla in giustizia hanno messo una taglia sulla testa dei quattro funzionari criminali.
La loro impunità è corrosa dal ricorso alla clandestinità per il timore di essere raggiunti da una notifica presso il loro individuato indirizzo privato.
Il verso di una canzone di De André dice: ” Finchè li cerco io, i latitanti sono loro”.
Questa loro condizione è di fatto una condanna anticipata, ma con il peggiore dispositivo: senza scadenza. È una condanna a oltranza.
L’impunità che finora li ha esentati dal rispondere in un’aula di giustizia, li riduce a ombre.
Non hanno e non avranno pace, non riposano e non riposeranno neanche in vacanza.
Su di loro pesa la maledizione del cane che lecca la lima: leccando, la sua lingua sanguina, ma il gusto del sangue lo fa continuare a leccare.
Continuino a leccare la lima della loro impunità fino al dissanguamento.
#giulioregeni
Un ragazzo giovane non dovrebbe mai perdere la vita. Un ragazzo impegnato e pieno di prospettive e speranze, non dovrebbe mai perdere la vita. Ma il ‘mai’ e il ‘sempre’ sono avverbi di tempo che poco si addicono all’umana condizione, che è fatta di tagli, pause, arresti, riprese.
Perché recidono i fiori, Erri?
Nel tempo sono arrivata a sostenere che i fiori bisogna continuare ad innaffiarli.
In giardino l’inverno di qualche anno fa aveva seccato i rami di un geranio di velluto rosso.
Guardavo da dietro il telo bianco, il giallo paglierino delle sue rimanenze. Gli stavo per dire addio.
Ma i primi caldi hanno portato con loro una primavera un po’ più vera anche per lui.
È rifiorito, tanto maestoso quanto impassibile alla sua precedente condizione. Questi sono i miracoli che spesso non consideriamo.
Anche un ragazzo é un fiore che spesso viene reciso ma che, da eternamente giovane, cresce lo stesso.
Anche Giulio è un fiore. Il suo inverno é solo durato più a lungo. Ma la gioventù non può essere fermata.
Chi pensa di farlo spegnendone il corpo si sbaglia.
I diritti di una gioventù strappata si fanno filo conduttore di vite che imparano a chiedere per suo conto, che imparano domande nuove, che se le pongono a costo di apparire vane.
Vite adulte che si mettono in cammino nel suo nome.
E così, ai bordi delle strade, lungo i sentieri di montagna, e anche in un fosso di ammazzati, fioriscono parole, eterne come il pensiero sostenuto dai fiori.