Non ho proprietà salvifiche né terapeutiche,non posso salvare vocaboli, ma solo alzare una siepe intorno a una parola cercando di proteggerla dalla falsificazione. Per esempio non posso salvare l’ aggettivo “madornale” dall’ accoppiamento forzato col sostantivo “errore”. Madornale, da maternale, indica in botanica il ramo principale che spicca dal tronco. Ha il senso di legittimo vigore. A braccetto con errore è diventato un guaio.
In questa pagina mi sta a cuore la parola “ondata”. Le pubbliche autorità la usano per nominare gli arrivi dei migratori nel territorio italiano. Dicono: ondate migratorie, suggerendo in convinta malafede l’ effetto difensivo. Se sono ondate, cosa deve fare un litorale per proteggersi? Respingerle con dighe, scogliere, sbarramenti. Le ondate invadono, sommergono: aiuto!
Ma non sono ondate. Sono invece flussi migratori. A definirli flussi però si perde tutto l’ effetto difensivo, di paura di fronte a un pericolo. Chi si permetterebbe d’ interrompere un flusso? E’ un crimine strozzare la circolazione. Sono flussi: rinnovano le fibre di una comunità che invecchia e che rallenta il rimpiazzo delle nascite. Sono flussi: vanno a riempire di nuova energia i lavori pesanti che la comunità anziana ha smesso di eseguire. Aggiungono fertilità di nascite e varietà di culture, dall’arte alla cucina. E i flussi non possono essere fermati.
Per esempio da noi oggi abitano cinque milioni di nuovi residenti che non sono passati attraverso alcuna quota programmata. Non li abbiamo invitati anzi abbiamo cercato di respingerli fin dallo sciagurato e volontario affondamento del battello albanese “Kater i Rades” nel Canale di Otranto durante la pasqua d’ aprile del 1997, in seguito a speronamento eseguito dalla corvetta “Sibilla” della Marina Militare Italiana. Officiava allora al governo Romano Prodi. Ci si arrogava l’ arbitrio di effettuare un blocco navale, usando il vocabolario falso delle ondate migratorie. Da allora in poi non è servita a niente qualunque misura di sbarramento. Neanche la pena di morte sarebbe un efficace deterrente perché quei viaggi l’ affrontano già. L’ equivalente di dieci Titanic sono spalmati sul fondo del Mediterraneo , naufragando alla spicciolata.
Sono flussi e affrontano le perdite oltrepassando qualunque ostacolo di terra, di mare e di potere. Sono le innumerevoli molecole che formano il flusso. Neanche gli Stati Uniti, efficienti per natura, e con un immenso muro alzato lungo la frontiera del Messico, hanno impedito il travaso ispanico, che oggi è maggioranza del popolo americano.
Allora io proteggo la parola “ondata” dalla contraffazione dell’ autorità che li accosta ai viaggi delle migrazioni. Le ondate spettano al mare, qualche volta ai fiumi, per massima concessione si possono estendere alle manifestazioni naturali di caldo e di freddo. Ma sono inapplicabili a descrivere le mosse umane. I pubblici poteri spacciano vocabolario falso, dalle guerre pretese umanitarie , alla legge finanziaria detta di stabilità, che invece scuote forte le tasche di un paese in cui le famiglie vanno a vendersi i piccoli oggetti d’ oro.
In fine corsa di questa pagina spero di avere persuaso un lettore a sospettare il vocabolario del potere di falso in atto pubblico. Non sono ondate le migrazioni, sono flussi. Non invadono: irrorano.
Avrei preferito scrivere una poesia felice, e invece te ne mando una triste, come i tempi in cui viviamo, ciao Erri.
Errore madornale
Il chirurgo si è sbagliato:
al mondo ha tolto l’anima
anzichè il tumore maligno,
così quello è rimasto, incurabile.
Quando veniamo al mondo
ognuno di noi merita amore,
tutto il resto non ha alcuna importanza.
Alzare una siepe intorno alle parole…Da dieci anni, forse più, io e mia moglie Lusj raccogliamo parole e settantasei artisti, autori, giornalisti ci hanno inviato le loro “tre parole belle” (Claudio Magris, Ettore Mo, Giorgio Gaslini, Emilio Isgrò,…). “Avvento-Raccolto-Grazie”, le tre parole di Erri De Luca.
Sostituire la parola “ondata” con la parola “avvento”…
Lo scrittore è questo! Deve rendere con parole adatte il mio pensiero, che, naturalmente non è solo mio. Ancora una volta GRAZIE Erri De Luca.
Su questo argomento ho scritto un capitolo di un mio libriccino autopubblicato. Siccome lo scopo è soprattutto divulgativo, il capitolo è anche in libera lettura a questo link. http://www.facebook.com/notes/la-stringente-logica-del-sogno/13-porto-deuropa-un-capitolo-su-un-altro-tema-di-stringente-attualità/248967185296253
E dunque, come pensavo, sei un vero ‘cultore’ della parola. Un contadino che se ne prende cura e la custodisce! Grazie per tutte le cose che non dici ma che, pure, ci sgorgano da dentro, come quando si scava e, casualmente, si incontra dell’acqua…
Quanto sono vere queste precisazioni. Sono scesa dal Nord nel ’78… sull’ onda dei flussi di giovani studenti; piena di ideali luminosi; come spetta di natura a chi è giovane.
Ho sempre adorato la lingua Italiana e me la mangio letteralmente nel quotidiano… molte parole sono state violentate, incastrate, storpiate… un’esercito di parole.
Per me è soprattutto la parola materia/materialismo… la radice mater non ha più alcuna voce in capitolo.
Grazie per tutti questi spunti di immenso valore.
bello ridare il vero significato delle parole, perché l’abuso di significato nasconde l’abuso oggettivo da parte di chi ha il potere di dire una cosa per sostenerne un’altra.