Frank Capra, regista italo americano, durante una premiazione ricordò l’arrivo a New York. Suo padre lo fece affacciare sul ponte della nave e gli indicò la statua di una donna piantata sopra un isolotto con una fiaccola alzata.
La libertà, gli disse, la libertà.
Per un secolo e mezzo quella statua ha rappresentato gli Stati Uniti di America nel mondo e la spinta a raggiungerla da parte di milioni di persone.
Per un secolo dal porto di New York si sono mossi milioni di soldati per aiutare l’Europa in due guerre mondiali, finendo la loro gioventù nei cimiteri d’oltre oceano.
La tutela americana verso le nazioni dalle quali provennero i suoi pionieri, sta venendo meno tutta insieme. L’Atlantico da ponte ritorna oceano. Finisce bruscamente il vincolo tra i due continenti.
Il nostro deve badare a se stesso, all’Ucraina che in tre anni di guerra è diventata parte integrante dell’Unione Europea, che le ha fatto da retroterra di rifornimento e di sostegno.
In questi giorni torno coi pensieri al fiume Hudson, alla sua foce, allo scoglio di Ellis Island, ora museo dell’immigrazione, dove si veniva ammessi cittadini americani con un segno di gesso sulla giacca.
Oggi la cittadinanza è in vendita, si può comprare il passaporto USA con qualche milione di dollari.
Torno coi pensieri all’isolotto con la Statua della Libertà ricalcando i passi di mio padre, figlio di un’ Americana, nel suo primo viaggio a New York.
Sono pensieri di una geografia politica scaduta.
Farewell America.
English translation:
Frank Capra, the Italian-American director, once recalled his arrival in New York during an award ceremony. His father made him step onto the ship’s deck and pointed toward the statue of a woman standing on a small island, holding a torch aloft.
Freedom, he told him. Freedom.
For a century and a half, that statue has represented the United States of America to the world and has been the beacon for millions striving to reach it.
For a century, millions of soldiers have set sail from New York Harbor to aid Europe in two world wars, leaving their youth behind in overseas cemeteries.
America’s protection of the nations from which its pioneers once came is now fading all at once. The Atlantic, once a bridge, is turning back into an ocean. The bond between the two continents is abruptly severing.
Ours must now look after itself, after Ukraine— which, in three years of war, has become an integral part of the European Union, a hinterland of supply and support.
These days, my thoughts return to the Hudson River, its mouth, and the rock of Ellis Island, now an immigration museum, where people were admitted as American citizens with just a chalk mark on their jackets.
Today, citizenship is for sale; a U.S. passport can be bought for a few million dollars.
I find myself thinking back to that small island with the Statue of Liberty, retracing the steps of my father— the son of an American— on his first journey to New York.
These are the thoughts of a political geography that has expired.
Farewell, America.
Fino a quando lo Ius Soli resterà un diritto costituzionale, che include gli interessi dei “marziani” (e non credo che, nel loro interesse, vogliano auto escludersi!), l’Atlantico continuerà ad essere un ponte verso quella libertà che tutti sognano e che ancora deve compiersi …
Messa così la questione, sembrerebbe che la speranza possa diventare addirittura retroattiva!