“E io non prego solo per me stessa
ma per tutti quelli che erano con me”.
Sono versi della poeta russa Anna Ahmatova e ricordano la fila dei parenti dei prigionieri in attesa davanti al portone del carcere di Leningrado. Negli anni ’50 la città si chiamava così.
Anna aveva un figlio rinchiuso là dentro.
Le attese potevano durare tutto il tempo destinato alla visita, perchè senza un motivo non si veniva ammessi. La fila congelata dall’inverno aspettava muta.
In memoria di quella folla Anna scrive il poema Requiem dal quale ho preso i versi.
Li ho trascritti in reazione e relazione alle cronache dei suicidi in carceri italiane. Nel 2022 ce ne furono ottantacinque (ottanta uomini, cinque donne), numeri a doppia cifra che restano numeri, non diventano nomi di persone.
Chi sono, chi li aspetta o non li aspetta fuori, lasciano o non lasciano un biglietto: niente.
I suicidi nelle prigioni italiane sono effetti collaterali della pena, quota assegnata alla disperazione.
È più difficile da commettere in carcere il suicidio, per scarsità di mezzi a disposizione. In molti casi c’erano precedenti tentativi.
Fuori dalla prigione di Leningrado c’erano parenti. Fuori delle prigioni dei suicidi c’era qualcuno? E alla loro sepoltura?
Non sono un giornalista, sono un lettore di giornali. Leggerei con intensa attenzione la cronaca di una sola di queste persone anonime, il racconto di chi era, di chi c’era se c’era a salutarla.
Ringrazierei della premura di farmi conoscere un singolo caso a nome degli altri.
Ogni vita umana al mondo ha diritto a una formula di addio.
Grazie per le belle parole e il pensiero dedicato a chi non è mai pensato.
Raccogliamo l’invito a dare notizia degli addii : noi del “Comitato mamme in piazza per la libertà di dissenso” di Torino siamo presenti ai cancelli del carcere ogni volta che succede una tale tragedia. Ricordiamo la persona che ci ha lasciato , il suo nome, mettiamo fiori sui cancelli nonostante Digos e polizia, urliamo il nostro dolore ma anche la nostra rabbia.
Vedere pagina facebook mamme in piazza per la libertà di dissenso
Grazie di queste belle parole.
Raccogliamo l’invito a dare notizia di chi c’era a salutare. Noi del comitato “mamme in piazza per libertà di dissenso ” di Torino onoriamo sempre le persone che si danno addio nel carcere delle Vallette. Con presidi dedicati e fuori sui cancelli, nonostante la Digos e la polizia.
L’ultima per Graziana Orlarey. Il prossimo per Susan e Azzurra.
…quota assegnata alla disperazione è a dir poco poesia.
Racchiude tutto il rovescio dell’umano : l’abisso!