Nel suo breve libro postumo (Sotto gli occhi dell’Agnello), composto di frasi che si aggirano tra le scritture sacre, Calasso accenna a un atto di lettura.
In alcune raffigurazioni pittoriche la Vergine, raggiunta dell’annuncio, sta presso un leggìo, davanti a un libro aperto. Per una ragazza di quell’epoca è una condizione inverosimile che si presta ad almeno due spiegazioni.
È la sua lettura che precede e predispone la visita. Il libro è profetico, sta leggendo ciò che sta per accadere.
Oppure l’annuncio esige che sappia leggere. Dal messaggero escono parole che si stanno imprimendo in lei, per mezzo della voce. Deve accogliere righe che formeranno il figlio e il libro.
Anche in questa storia ebraica c’entrano parole che comportano l’immediato accadere.
Lei è perfettamente sola, come occorre all’atto di lettura, che isola dal mondo. Gli annunci delle scritture sacre esigono una persona singola in disparte.
Ogni scrittore è necessariamente un lettore. Calasso è stato anche editore, cioè un lettore che ne cerca altri. Nella Vergine in atto di lettura vide un invito e: ”un’onda di fondo che affiorava”.
La cristianità ha celebrato nella Pasqua il termine di una troppo breve biografia terrena. La resurrezione non cancella il decesso, anzi lo esalta a trampolino di lancio.
Colui che non volle lasciare niente scritto, è stato scritto a oltranza.
La pittura cristiana ha voluto che sua madre fosse pronta per lui, mentre leggeva.
“Audi, filia, guarda, porgi il tuo orecchio…”
Su indicazione e sollecitazione della madre, la cui presenza è mimetizzata alle spalle della fanciulla, il libro si “verticalizza”.
La parola, in esso custodita, va alla radice di quella esperienza con il mondo, mediato dalla madre, e ne coglie il suono, superando tutte le differenze dei linguaggi umani, divergendo verso l’armonia della creazione. Prima di accogliere la parola di Dio, il genio di Maria ha ricevuto un’educazione sentimentale.