“ When you wish upon a star
your dreams come true”, cantava Louis Armstrong. Quando esprimi un desiderio a proposito di una stella, i tuoi sogni si avverano. Nelle canzoni succede.
Schizza una scintilla nella notte di agosto, si sbriciola una scia luminosa. Esprimi un desiderio, invita qualche voce.
Reagisco in altro modo al frammento incendiato di meteora. Ringrazio un desiderio. Si è avverato senza essere stato richiesto. Succedono avvenimenti non anticipati né espressi dal verbo desiderare. Succedono e non li ho ringraziati. Allora approfitto di una notte d’agosto all’aperto per pareggiare conti e gratitudini. Per aver esaudito desideri a mia insaputa.
Di quanto di buono mi accade, niente proviene da una richiesta, da un’attesa. Si produce senza nessuna spinta.
Sarà che ho desideri che subito dimentico, della specie dei sogni. Mi ritrovo una notte d’agosto accanto al risciacquo del mare a bisbigliare un grazie a ognuna di quelle sfiammate sfinite dal viaggio.
In gioventù ho letto: “La teoria dei bisogni” della filosofa Agnes Heller, senza capirci granché. Li confondevo con i desideri e mi accorgevo in quel tempo di non averne. Stavo in un presente tumultuoso che consumava senza residui le energie del giorno. Non passavano pensieri circa l’avvenire, né
rimpianti per il tempo compiuto.
Peter Handke scrisse nel 1972 :” Infelicità senza desideri “. In quello stesso tempo sperimentavo l’opposto di una felicità seria e senza la petulanza dei desideri. Adesso li confondo con gli auguri. Si capisce che non me ne intendo.
Esprimi un desiderio: è un buon invito ma non lo so fare.
Seguo con gli occhi ancora per un poco la Via Lattea, sbrindellata di luci lungo i bordi. Poi s’imbrogliano i sensi, il rumore del mare si mischia alla giravolta delle stelle. Arriva il sonno che mi entra nel naso come un gas e mi cala le ciglia.
E se le cose terrene ti hanno dimenticato
dì alla terra tranquilla:scorro.
Dì all’acqua rapida: sono.
Sonetti a Orfeo-R. M. Rilke
Genova un’idea come un’altra…città ripida che chiede buone gambe per camminare, dove strade e quartieri si sovrappongono, si aggrovigliano, si ricongiungono e poi si dividono ancora…dove le case sembrano fabbricate l’una sull’altra e tutte sembrano spingersi più in alto che possono, come le piante di una selva, in cerca di luce.
Genova una lingua di terra che orla il mare, superba per uomini e mura, imponente, solida, altera, benestante.
Genova città di contrasti, dei grandi palazzi e dei carruggi stretti e sotterranei, dove le grondaie si toccano e le persone camminano a stento fianco a fianco.
Genova umbre de muri muri de mainé, dunde ne vegnì duve l’è ch’ané
Genova città viva di troppe attese.
Genova di una bellezza che strazia l’anima, dove fino a sera lottano desiderio e pigrizia.
Genova semplicemente la città più bella del mondo per Cechov…e per me.
Genova che non si dice…. che quando uno ci arriva è come se fosse riuscito ad evadere da sé.
Genova, città di Caproni, dagli amori in salita, viva fino a raggiungere il crinale di lamiera dei tetti.
Genova che si vede solo dal mare.
Ai genovesi, i signori del mare, quelli che inviati nelle corti straniere son tornati Genovesi come prima, pietre massicce che non si lasciano tagliare, va la mia solidarietà e le parole che qui ho raccolto da Paul Klee, Freud, De André, Flaubert, Piovene, Fossati, Conte, Petrarca, Nietzsche, Sbarbaro, Camus.
Questo testo dedicato a Genova è di Emma Baj
Ricordi Rose Schneiderman? Vogliamo il pane e le rose.
Mi sono persa-un’altra volta,ancora.
La via lattea coperta nebulosa
nostalgia o desiderio di casa.
Come un’onda avvolgente il mio cuore
sente l’anima del mondo.
Domani un giorno nuovo
domani è casa
I bisogni, in fondo, sono pochi: quelli strettamente legati alla sopravvivenza. I desideri, invece… Abbiamo la capacità di desiderare all’infinito.
Genova .-Renzo Piano-montagna senza alberi e mare senza pesci-
A lei dedico- La tigre assenza -di Cristina Campo
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perchè la Tigre
la Tigre assenza
o amati,non divori la bocca
e la preghiera
Dio ti benedica. Clara Giovanetti
Scrivi-Contenere in sè i semi di una folla-Ah Erri spesso i sogni ci sbugiardano.Come gli amori.Poi sempre ,forse ,si rimane dilettanti della vita…..
Rimanere legati ai nostri nodi
spesso è un guadagno.
Accettarli, un modo di vivere
forse il più decente.
Se un nodo si scioglie, a volte
non rimane niente.
Notte carica di silenzio,ma ecco arriva PESSOA.
Amare è l’eterna innocenza
e l’unica innocenza è non pensare
Credo non sia tempo di affidare i desideri (o bisogni) alle stelle. Non ce lo possiamo permettere.
Ci sono mezzi più “immediati”: la testa, la voce, le mani.
Siamo un impasto strano di sogni bisogni desideri.Un nodo inconsapevole ,spesso.
La notte infiammata d’agosto ci incanta,ci dilata, ci protegge.Finalmente tutto coincide,il cielo e noi.
Sogno, bisogno ,desiderio?Non me lo chiedo ,sono questo sentimento che mi colma d’amore.Mi basta
Tra tutti i precetti divini della decade portata a spalle da Mosè, quella che mi crea più problemi e’ proprio questa. “Non desiderare…”. Vero e’ ch’e’ rivolta all’uomo nello specifico, ma diventa ossimoro in termini se pensiamo che se dal divino arriviamo, al divino tendiamo per natura. Certo, poi l’eccesso d’uomo, imperfetto e ingordo, con l’ego che lo strozza e lo rende infelice anche se re, giustifica il guinzaglio di un padre che redarguisce. Ma resta come sabbia tra le dita dei piedi la fastidiosa sensazione del divieto, sopportata appena solo perché alla fine ci si e’ goduta la passeggiata sul soffice percorso. Il preambolone mi riporta alle tue stelle…so perché il tuo carattere non si spinge a chiedere di più, ed è vera la sensazione del grazie davanti allo spettacolo del cielo che lascia cadere un po’ di magia pirotecnica a pro di infantile meraviglia. Ma sprecare l’occasione e’ un insulto a chi qualcosa da desiderare ce l’ha. E allora, alla prossima stella desidera una bella cosa per estraneo che ha la bocca più aperta della tua accanto a te , sei napoletano, il popolo del pronto soccorso scaramantico che non perde alcuna occasione per l’augurio di ” bona ciorta”. Tvb ❤
Una poesia.
Toh, una stella…
https://vimeo.com/269824721
Appunti…
Avrei aggiunto: Se proprio non ce la fai a resistere davanti alla roba altrui, almeno chiudi gli occhi per esprimere un desiderio…come dovrebbe un padre per insegnare il rispetto del mistero della vita, “metà della quale ha luogo nell’oscurità” (Hillman)…
Praticare il senso del limite si dice garantisca una cura, nell’accezione di presa in carico, in caso di fantasie narcisistiche, onnipotenti o di palloso dogmatismo… Certo è che ci sarebbe voluto troppo tempo per una presa rapida di coscienza e/o per scolpire tutto ciò, ergo “la donna d’altri” in una cultura poligama…
Buon fine ferragosto, i ponti crollano per incuria: bastasse questo per cancellare il concetto di ponte, crollerebbero ad occhi chiusi anche i muri interiori.
Arabesque a margine o ghirigori…
Un ponte crolla per incuria o a causa di un terremoto? Un cancro o un arresto cardio circolatorio? Infinita tristezza o follia?