Ne hanno parlato tra loro prima di entrare in classe e poi nell’intervallo.
Hanno convocato un’assemblea.
Hanno discusso e ascoltato i molti pareri.
Hanno proposto varie forme di azione collettiva.
Le hanno messe ai voti, scegliendo secondo maggioranza.
Hanno scritto le loro ragioni su un documento.
Si sono scambiati idee e informazioni con altri istituti.
Hanno deciso di occupare la scuola, percorrere in corteo le vie della città.
Questi passaggi sono la forma della democrazia allo stato nascente, ogni volta inventata e rinnovata dal sorgere di una necessità di risposta.
È impegno a costituire una voce collettiva e volerla esprimere.
Sono stati aggrediti in diverse città da funzionari addetti all’ordine pubblico.
La serie di aggressioni dimostra unità di comando e volontà di reprimere.
Hanno sperimentato la violenza di Stato, non si sono tirati indietro.
Succede quando i singoli si costituiscono in fibra.
Hanno convocato altri cortei crescendo in adesioni.
Molti di loro sono all’ultimo anno e affronteranno gli esami di maturità.
Li considero promossi in blocco e in anticipo al decisivo esame di maturità civile.
Sono dalla parte degli studenti e sono dalla parte dei militari. Già dalla parte dei loro figli. Giammai dagli scontri in piazza e allo stadio, ai quali, spesso, la politica lascia l’ultima parola o un altro pretesto dietro cui nascondere il vero motivo di ritardi e rimpalli nella presa in carico di una vera innovazione della mentalità, prima di tutto.
Uff…
“Giammai degli scontri…” (Me Medesima)
Forse ovvio, quanto utile sottolineare.
Imparo sempre da te. Sei la scuola che ho sempre voluto. Grazie Erri