Mi astengo dalle proteste unanimi, affollate, dedite a una e una sola delle giuste cause. Non serve aggiungermi al corteo a sillabare lo slogan più scandito.
Non metto la mia sigla nell’elenco dei già molti firmatari, sotto righe che non ho scritto. Evito appelli rivolti alle autorità.
Sposto l’attenzione verso cause più isolate, sottaciute.
Mi sta a cuore la sorte dei rastrellati e deportati a decine di migliaia nelle strade delle città americane, inseguiti da un’amministrazione che perseguita i precari con agguati davanti alle scuole dove vanno a prendere i figli.
L’informazione delle nostre parti, accodata al governo in carica, ignora le potenti manifestazioni di dissenso nelle principali città degli Stati Uniti.
Sul Mediterraneo estivo barche a vela incrociano corpi aggrappati a relitti alla deriva: e virano di bordo.
I corpi dei naufraghi non affiorano alla superficie delle cronache.
Mi sta a cuore la prigione dello scrittore algerino Bouamel Sansal.
Dove scarseggia la pubblica attenzione, alla periferia delle più condivise cause, rivolgo il mio sguardo di contemporaneo.
Cerco di forzare il silenzio dov’è più compatto.
La foto pubblicata è parte di “FLACONS.NINE”, opera di Nine d’Urso
Mi sta a cuore associarmi al tuo forzare l’ascolto del silenzio.
Valeria Dell’Anna