Non può salire più in alto il sole a picco,
A mezzogiorno lancia l’ultimo grido dalla cima della sua parabola.
Poi inizia la discesa che sarà terminata tra sei mesi.
Ogni ventuno giugno s’interrompe l’opera del sole che ha allungato il giorno.
Sento la sua tensione a sollevarsi in su fino al limite estremo, sento la terra che si allarga sotto a trattenerlo.
Giosuè chiese direttamente al sole di fermarsi sopra la vallata di Gabaòn. Doveva completare una battaglia.
Il libro scrive che l’arresto avvenne, il sole si fermò sull’orizzonte.
Ogni ventuno giugno chiedo la sua prolunga, che duri un giorno in più, una settimana, la sommità raggiunta in cima al cielo.
Ogni ventuno giugno sento che alla mia latitudine la sera non sarà più così lunga, che ha disteso fino al suo massimo lo strascico di luce.
Qualcosa in me si accorcia, si restringe, come quando raggiungo anch’io una cima e devo ridiscendere dove finisce il giorno.
“Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo…”
(Adriano, Imperatore)