Ho coi ricordi e con il passato il rapporto che ho con il filo di nylon che lega il mio dito con l’esca all’altro capo, nella pesca a traino. La barca va a motore lento, la lenza calata sulla distanza di venticinque braccia, gli ami dell’inganno scivolano sott’acqua nella scia. Un pesce potrà abboccare ipnotizzato dal calamaro, dalla seppiolina finta.
Il mio braccio fuoribordo oscilla avanti e indietro simulando un moto irregolare. La barca naviga le onde, io fisso il mare innanzi per vedere se salta su qualcosa, magari da una massa di alici circondate. Guardo e dimentico cosa sto guardando, intanto il braccio esegue il movimento meccanico, da automa. Mentre sto lì seduto lascio fare al viaggio. Non penso e non importa il pesce che può afferrare il morso e farsene afferrare. Sulla barca dimentico la vita intera, ripetendo la mossa del nylon, imparata da bambino.
Quando lo strappo avviene, il colpo in fondo al dito mi riporta alla vita intera, al mio passato che sta in fondo al filo e s’è impigliato all’esca.
E’ un pesce il ricordo, un pesce ingannato che si batte per non farsi trascinare a bordo. Non viene di sua spontanea intesa, il ricordo, viene per errore. Il motore si arresta per favorire la cattura. In piedi tiro il nylon a bracciate regolari. Il peso in fondo all’esca si avvicina fino al legno della barca.
Issato non è più ricordo, è l’attimo presente che si dibatte, preso.
Erri De Luca
Grazie Erri, riesci a ingentilire , con il tuo modo di raccontare, qualunque azione .
sì ,i ricordi vengono quando vogliono loro
A volte ,però anche_con una fune che serve a tirare dalla riva chiatte e battelli controcorrente lungo fiumi e canali………_ un’alzaia?
Questa volta dissento: sono vegetariana, il pesce preferisco vederlo scivolare nell’acqua; i ricordi “presi” se sono dolci mi portano la nostalgia, se tristi mi portano il dolore, meglio vivere il presente con l’intensità che non lascia spazio al ricordo.