Ho conosciuto Sante Notarnicola quando uscì dai suoi decenni di prigione.
Avevo già letto alcune sue poesie. I prigionieri soffrono di arsure e hanno per sollievo i versi, insieme alle lettere.
In una di queste pagine Sante accenna a un detenuto che aveva trasformato la sua lunga permanenza in una ragnatela. Ma invece di sentirsene intrappolato, aveva deciso di essere lui il ragno che tesseva la rete del filo. Era lui a imprigionare il tempo e a divorarlo.
Svolgo attività di scrittore, pratico metafore. Questa di un prigioniero che rovescia le parti diventando il predatore del tempo, so che non l’avrei raggiunta.
Più potente di una metafora è l’esperienza allucinata di un uomo che nell’isolamento ha traversato l’aldilà dei sensi.
Si usa dire: il filo dei giorni. Lui lo vedeva uscire prodotto da se stesso, sotto la specie di un reticolato.
In uno degli incroci con lui nel cortile dell’ora dell’aria, Sante gli sente dire che nel giorno della sua uscita, avrebbe disfatto la tela.
Devo a questo sconosciuto prigioniero, tramite Sante, la più avvincente definizione del tempo: una ragnatela in cui è la mosca.
Io, invece, tesso e disfo la mia tela: il rapporto con le immagini, interiori e provenienti dall’esterno, è cadenzato da probabilità di cui spero di non divenire preda. L’attesa è alimentarsi dalle proprie fonti interiori, l”arsura è essere mantenuti lontano da esse perché si è avuto tanta fretta di vivere da aver bruciato alla luce del sole ciò che aveva bisogno di oscurità per crescere.
Così non parlo del senso che Erri ha dato ad una delle due immagini e dell’effetto magico che ha su di lui.
Sono due le immagini. Nella foto una rappresentazione del meccanismo di introversione, nell’astrazione dell’eterno mutamento dell’anima mundi in una forma geometrica. La Persona è in rapporto con i “contenuti” del mondo, dalla cui influenza ha cercato di sottrarsi.
Nel ragno nella sua tela, la stessa immagine ma che assume un aspetto arcaico e vitale; nella quale la Persona (in quanto non nominata) si immedesima, di cui si impadronisce, nel meccanismo dell’estroversione. È il mago che conferisce e toglie carica ai contenuti…
Quello che accadrà, quando lo scrigno della prigione verrà aperto, non sarà per spirito di sopravvivenza ad un Sé sopravvalutato.