Venti anni fa di luglio il governo di centro destra appena eletto aizzava le forze dell’ordine al disordinato massacro di manifestanti a Genova.
Un’enorme folla si era convocata da varie nazioni a contrasto della riunione detta G8, arbitrariamente formata da otto nazioni ricche occidentali. Un vertice selezionato dai numeri del prodotto interno lordo si riteneva autorizzato per questo a decidere le vicende del mondo. Era il traguardo delle ultime presunzioni.
Il governo italiano agì con repressione oscena ben documentata dagli organi internazionali d’informazione. La morte violenta di Carlo Giuliani, prima sparato poi schiacciato dal mezzo dei carabinieri, le squadre di pestaggio e torture nella caserma Diaz: un delirio di potenza da dittatura sudamericana disgustò le pubbliche opinioni. La magistratura incriminò esponenti delle forze dell’ordine, scarcerò tutti gli arrestati. Seguirono risarcimenti.
Quelli del G8 credevano di avviare il millennio. La loro riunione era l’ultimo atto di quello precedente. Si sono poi riuniti in posti scomodi e inaccessibili.
A Genova si consumò l’ultimo scambio ravvicinato tra le pratiche di un gruppo di potere e le ragioni di una folla del mondo.
Oggi la partita si svolge ovunque, riguarda il clima, l’avvento delle epidemie, il loro primato sull’andamento delle economie.
Oggi è scaduta la pretesa di governare il pianeta con un pacchetto di vertice.
Voltarsi a quei giorni di passione permette di misurare la perdita di potere e di governo sulle sorti del mondo. Un’oligarchia economica volle imporsi come consiglio di amministrazione della Terra, trattandola come un’azienda di sua proprietà.
La Terra, espressione biologica indipendente, insubordinata, costringe a nuovi conti e patti con la presenza umana.
Giorni bui, quelli del G8 di Genova di vent’anni fa. Quelle persone, arrivate da varie parti del mondo, giustamente protestavano e annunciavano quanto, purtroppo, oggi stiamo vivendo.. ma non furono ascoltati, anzi, furono oggetto di violenze inaudite. Ricordo a tutti il bellissimo libro di Giulietto Chiesa, G8. Genova 2001. Lucida cronaca dei fatti, da leggere senz’altro!
Vorrei vivere in un luogo dove sia altrettanto facile scegliere da che parte stare, che non sia la meta per estrazione, astrazione, appartenenza o partito preso in direzione ostinata e contraria ad ogni ordine costituito.
Un luogo che non abbia bisogno di cieche milizie del popolo e di milizie cieche del re per progredire nella stessa direzione, per andare oltre quella zona grigia in cui, per tutti o nessuno, si pianifica di far esplodere la vita, a discapito di chi non la pensa allo stesso modo o non ha i mezzi per difendersi se non con armi improprie ed improvvisate come scudi fatti di petti umani e pensiero.
Aborro ogni altro tipo di arma e di fazione “pacifica”, ingannevole e coercitiva della volontà di reagire ad ogni provocazione. Quel niente da perdere è il luogo da cui vorrei evadere.
Erri caro come sempre riesci a toccare le corde giuste… il mondo ricco che decide e la ribellione di chi ha ancora una coscienza ed è consapevole di quanto accade. Grazie
Grzie Erri per la consueta graffiante lucidità! gigi