Per il decimo compleanno mi portò al Luna Park. Raggiungevo l’età di doppia cifra, origine delle decine seguenti.
Fu scontenta per la spesa pagata al tirassegno con il fucile a aria compressa.
Lo sputo secco del proiettile, lo scoppio dei palloncini che ancora riproduco quando applaudo: tirai da spensierato la raffica costosa, ignaro della spesa.
Lo scontento di mamma ha bloccato il ricordo di quel giorno. Dei compleanni rimane l’impressione di quello, e di quello solo i balordi minuti al banco del tirassegno. Non mi sono più avvicinato a un altro padiglione di tiro a bersaglio. Bastò una volta per tutte. Fui d’improvviso accorto di uno strappo. Eccomi di dieci anni, un bambino diventato diverso da quello del giorno prima.
Ero stato avvertito del numero limitato di colpi a disposizione. Era finito il gratis dell’infanzia, la sua durata indefinita. Cominciava il tempo contato, del quale rispondere alla cassa.
Quei colpi riguardavano il numero degli anni assegnati. L’ho saputo in quel momento, poi l’ho dimenticato: mi fu suggerito di tirarne più che potevo, sarei vissuto quanto il loro conteggio. Non so quanti furono, né quanto costarono.
Ho poi trovato nella scrittura sacra, nel secondo libro dei Re, una storia somigliante, di un re con delle frecce da tirare.
Alcuni gesti contengono rivelazioni. Gli occhi se ne riempiono per un breve momento, poi è bene richiuderli.
Lo “strappo”, per intervento esterno, tra il bambino estroverso, istintivo e il bambino introverso, che conta quante frecce al proprio arco potranno garantirgli un adattamento alla madre, la conquista della realtà…
Sono anche i due modi in cui tutte le specie animali si adattano: “propagandosi enormemente e sviluppando meccanismi difensivi limitati”…, immergendosi nel mondo là fuori per dominarlo, oppure tenerlo a distanza, generando un numero ridotto di discendenti, ma costruendo meccanismi di difesa inaccessibili a tutto ciò che non è familiare, che è sconosciuto.
Ed è sconosciuto come l’essere umano possa convivere con se stesso e contemporaneamente con la persona che è solito mostrare fuori senza un accordo bilaterale che preveda la tregua ed il sotterramento dell’arco, a scapito di una genuina espressione di entrambi i contraenti…
Ma io leggo, caro Erri, un uomo introverso, dedito alla “ricerca del significato”, che, quando riesce a risvegliare la propria estroversione e per intervento esterno differenziarla… , riesce anche a rimediare a quello strappo antico, dando alla vita intorno un significato simbolico e così profondo che le cose non si animano di proiezioni personali. Come quando bere un bicchiere di vino con un amico diventa comunione.
Da una ricercatrice fuori dalla legge, buon inizio.
Amo quello che scrive e come lo scrive. Mi piacerebbe chiacchierare con lei, Valeria
Il tuo blog di oggi non poteva essere più appropriato, grazie Erri! Giunge nel giorno del mio compleanno.
Figlio, nuora, amici mi fanno regali e auguri.
Ma quest’anno il vero regalo, l’unico che conta, sarebbe la risoluzione dei problemi di salute famigliari.
Un racconto sospeso, perciò d’arte…