Predrag Matvejevic

Una piccola fiera letteraria in Francia, una delle prime che m’invitava a fare la presenza di scrittore. Non conoscevo persone e non attaccavo discorso. La sera nell’albergo un uomo con i capelli bianchi tutti sul posto sedeva su uno sgabello davanti alla tastiera di un pianoforte e suonava, forse Chopin. Beveva qualcosa di robusto e…

Africa

Alla donna che vende per strada libri di autori africani, compro le poesie di Léopold Senghor, senegalese. Leggo l’Africa e ripenso al poco che ne ho intravisto. Prima la Tanzania negli anni ottanta, la lingua Swahili imparata sulla grammatica di un missionario italiano, le sere passate a usarla sotto il grande mandorlo indiano del villaggio.…

Il ponte levatoio

In questi anni mi si è guastata la vista del mare. A passeggio lungo una sua riva, vedo la sua superficie come un sudario steso, sopra il quale vanno bare, e non barche, a motore. Il mare è lo stesso, la mia vista no. L’anagramma di Libia è Alibi, la pretesa di non trovarsi sul luogo del…

Un fatto personale

È l’epoca dei massimi naufragi del Mediterraneo, degli annegati in massa. Senza bisogno di tempesta si spargono sui fondali e i loro nomi non hanno rilievo. Per loro il mare è una fossa comune. A quest’epoca si addice la frase che ho trovato in un breve racconto letto di recente. “Uno di quei momenti in…